PIANIFICARE

“La nostra stagione inizia a dicembre ma gli allenamenti iniziamo a maggio.

Facciamo all’anno circa 700 ore più altre 300 di tiro, arriviamo fino a 1000 ore di allenamento.

È tanto , arrivi a fine stagione che sei praticamente morta.

Ci sono tanti giorni dove mi dico “che cavolo sto facendo , potrei essere da qualche parte in spiaggia. Ad agosto quando tutti hanno ferie te devi stare sotto ad allenarti, non è sempre facile.

Però alla fine quando vinci sono delle belle soddisfazioni.

…….è bello, però è bella la vita anche fuori dallo sport….bisogna valutare tutto bene io non è che faccio biatlon per arrivare decima lo faccio per vincere e divertirmi

Dopo sicuramente mi piacerebbe diventare mamma, avere una famiglia, una vita un pò normale non sempre stare via di casa , alla fine vivo con una valigia…..”

Lei è Dorothea Wierer, un’atleta italiana di biathlon che nel 2019 ha vinto la Coppa del mondo della sua specialità.

Pianificare può essere anche bello, ebbene si c’è a chi piace, ma è indubbio che sia di indispensabile utilità al raggiungimento di un obiettivo.

Il bello è che, tutti noi lo facciamo nella nostra quotidianità spesso, molto spesso, senza nemmeno accorgercene.

Quante di voi in passato o nel presente si sono dette “voglio diventare mamma e avere una famiglia”, proprio come ha detto Dorothea?

Io sono tra queste. E quando l’ho fatto ho inconsapevolmente costruito il mio punto di arrivo con tanto di bandierina a scacchi che sventola, coppa con i manici dorati, targa e l’immancabile bottiglia di champagne con il tappo che fa il ”botto”.

Ebbene io quell’obiettivo l’ho raggiunto, ho avuto due meravigliosi figli, ma se devo essere proprio sincera solo ora, mentre scrivo questo articolo, prendo veramente consapevolezza di averlo pianificato.

E io l’ho fatto in ogni singolo momento anche quando, incinta, sono andata ad acquistare i vestitini per il futuro nascituro e ho preparato la valigia per l’imminente lieto evento.

Vero è che “Pianificare” significa programmare un'attività secondo un piano prestabilito.

Pensate quanto deve aver pianificato Dorothea per arrivare a vincere la medaglia d’oro.

Sicuramente il suo allenatore avrà scritto un piano d’azione dettagliato per ogni ora , giorno, settimana, mese e anno di allenamenti , introducendo il riscaldamento e il defaticamento e soprattutto variando gli allenamenti.

Se riusciamo ad immaginare cosa potrebbe succedere, allora possiamo anche pianificare in modo che le cose vadano nella direzione che desideriamo.

La pianificazione nasce proprio da questo presupposto: pensare in anticipo e in modo strutturato ad una serie di azioni finalizzate a influenzare il corso di un destino che è nelle nostre mani, in modo da produrre il risultato a cui aspiriamo.

Pianificare è un’attività contro-intuitiva, pensateci.

Inserire all’interno di un programma le azioni da fare in relazione ad un determinato evento, implica il fermarsi a pensare e a riflettere.

Cosa che di norma non accade, perché se succede qualcosa, la nostra reazione naturale è quella di agire immediatamente, di passare subito all’azione.

Quello che di norma probabilmente non facciamo è fissare con consapevolezza i nostri obiettivi, scrivendoli.

Eppure questo ci aiuterebbe a liberare la testa dai pensieri, aumenterebbe in noi il desiderio e l’aspettativa e l’attenzione aiutandoci a cogliere aspetti, notizie, spunti e curiosità che diversamente non coglieremmo.

Scrivere ora quell’ obiettivo è come aver già tagliato il traguardo.

“Ciò che conta non è la volontà di vincere: quella ce l’hanno tutti. Ciò che conta è la volontà di prepararsi a vincere”  - Tony Jeary
Cinzia Magnoni - Business Coach